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CASO 3

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Saved by Sara Demurtas
on April 11, 2017 at 11:01:30 am
 

CASO 3

<<Il mio velo non invade la libertà altrui>> 

 

La Corte di Giustizia Europea vieta, con una sentenza, il velo islamico sul posto di lavoro. 

La decisione ha scatenato il malcontento del mondo musulmano, soprattutto tra le donne, integrate, che già da anni si recano sul posto di lavoro indossando l'hijab. Alla sentenza segue il ricorso di due donne, una in Belgio e una in Francia. Queste ultime chiedevano di potersi recare al lavoro con il capo coperto, come vuole la loro religione. La Corte si difende dicendo che una regola che proibisce di indossare visibilmente qualsiasi segno politico o religioso non costituisce diretta discriminazione. 

La giornalista di origini tunisine Takua Ben Mohamed, 26 anni, racconta nel suo libro "Sotto il velo" tutti gli stereotipi sul velo islamico. Sostiene infatti che portare il velo è un suo diritto e indossandolo non invade la libertà di nessuno. Ogni giorno lei spiega alle gente comune (al bar, sull'autobus) perché indossa l'hijab, in quanto crede che la non conoscenza sia motivo di pregiudizio. 

Dall'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 il velo islamico è stato connotato in maniera negativa. La protagonista racconta di essere spesso chiamata terrorista o di essere additata da persone che le chiedono se abbia lasciato una bomba sul treno. Conclude l'intervista dicendo che la decisione della Corte Europea sia un passo indietro in quanto il velo se indossato per libera scelta e da rispettare. 

 

 

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